Il Museo di Forte Magnaguti | ||
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Il Museo di Forte Magnaguti, a Borgoforte, che è possibile raggiungere seguendo queste indicazioni, è stato inaugurato il 24 Novembre 2014 con una breve ma significativa cerimonia. La sua nascita è stata infatti fortemente voluta dall'Amministrazione di Borgo Virgilio (Comune nato tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 dalla fusione di due Comuni, Borgoforte e Virgilio), per valorizzare la struttura del Forte del quale è proprietaria, dopo una importante attività di restauro che ha reso la struttura nuovamente disponibile ai cittadini ed ai turisti. Le prime fortificazioni vengono realizzate già attorno al 1216 dai Mantovani, per proteggere quello che è un importante punto di raccordo dei trasporti e del commercio fluviale dalle scorrerie di Ferraresi, Modenesi e Reggiani. Con la costruzione di un ponte sul Po, avvenuta nel 1254, Borgoforte (che assume definitivamente quel nome nello stesso anno) diventa il centro di accese dispute territoriali. Molte le battaglie che vi si svolgono, sia navali che terrestri, condotte da membri delle più note famiglie della storia Italiana: Gonzaga, Medici, Visconti, Malatesta. Sul territorio, entrato a far parte nel 1815 del Regno Lombardo-Veneto, nella primavera del 1860, terminata da poco la Seconda Guerra di Indipendenza, viene avviata dai reparti del Genio asburgico la realizzazione di una doppia testa di ponte sul Po, posta a difesa della linea di difesa Mantova-Verona, considerata di grande importanza strategica dagli austriaci, in vista di un probabile attacco da parte italiana. Vengono realizzate quattro opere: il Forte Centrale, o Magnaguti, sulla riva sinistra del fiume, ad intercettare la strada in direzione di Mantova, fiancheggiato dalle opere di Boccadiganda e di Rocchetta, ed il Forte Noyeau, o di Motteggiana, sulla riva destra, ad immediata difesa del ponte militare. Terminate le ostilità del 1866 con l'annessione al Regno d’Italia dei territori del Lombardo-Veneto, le fortificazioni inizialmente riducono il loro valore strategico, entrando a a far parte di una ideale frontiera interna di sicurezza rivolta a settentrione e coincidente col corso del Po, per poi perderlo progressivamente e definitivamente.
Ma per quello bisognerà attendere la fine dei lavori di adeguamento di alcuni impianti e l'intervento di rinforzo del pavimento del piano superiore del Forte. Fondamentale per la riuscita del progetto è stata la collaborazione di un nome molto noto a chi legge queste pagine, quello di Alberto Riccadonna. Ingegnere e perito balistico, condivide la sua significativa esperienza sulle pagine di "Armi e Tiro", e vanta anche il titolo di Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali. Azzardo a dire che senza la sua conoscenza dei maccanismi burocratici della Pubblica Ammnistrazione, la mostra avrebbe aperto i battenti con molto ritardo, se mai li avesse aperti. Il mio ringraziamento sarà poca cosa, ma glielo invio sinceramente, ed altrettanto invito a fare chiunque legga queste note. In attesa di vedere esposte armi antiche del periodo risorgimentale e di epoca Napoleonica nelle sale del Museo, ecco un assaggio di quel che è già esposto in condizioni di visibilità eccezionalmente buona per il visitatore, e che le foto non riescono a rendere. Qui una delle vetrine con esposte armi modello 91, Vetterli ed i derivati della Villar Perosa
un moschetto Steyr Mannlicher 1895
una selezione delle armi corte visibili (cliccare sulle foto per vederle ingrandite) le sempre inquietanti mazze ferrate
una delle Villar Perosa modello 1915 in esposizione
la cassetta di servizio della stessa arma, con gli accessori necessari al suo funzionamento
il successore della Villar Perosa e predecessore del "siringone", ovvero il moschetto automatico Beretta 1918
e due diretti successori dello MP18.I, il loro antagonista, ovvero un MP28 ed un MP34.
Non ci sono solo armi
Una intera sala è dedicata alle mitragliatrici. Qui una Lewis in versione aereonuatica Dedicato agli appassionati di Storia, quella recente come quella che lo è un po' di meno, il Forte esprime una nuova vocazione, quella culturale e didattica che ben si addice a chi ha visto molto, e molto ha da raccontare. Borgoforte |