SturmGewehr 57 (StGw 57)
Scheda di Absolut - arma che faceva parte della sua collezione privata, ora nella collezione di Carlo D.G.
Nel 1957 è finita anche per gli svizzeri l'epoca delle armi in legno. Resiste stoicamente il calibro 7,5 svizzero, anche se, parafrasando la pubblicità di un alcoolico, è un'arma "per molti, ma non per tutti".Per la concezione costruttiva, per funzionare correttamente in modalità semiautomatica, necessita di una munizione con caratteristiche militari, quindi niente "cariche leggere da poligono" o munizioni di fabbrica come le ormai introvabili FNM portoghesi, che sono particolarmente sotto-potenziate. Tra l'altro per le sue peculiarità costruttive, ha la caratteristica di restituire dei bossoli sparati che, come avrebbe detto Totò... sono "'na schifezza", e non sono agevolmente ricaricabili.
Quest'arma nasce come full-auto con possibilità di colpo singolo, ed è dotata di selettore con tre posizioni, S (sicura), E (tiro a colpo singolo) ed M (tiro a raffica, ma questa funzionalità ovviamente è disattivata quando l'arma viene importata in Italia previa "demilitarizzazione").
Per il funzionamento... chiedo scusa, ma ancora una volta "prendo in prestito" le descrizioni di Eazell, che, contrariamente a me, ha il pregio di essere conciso nelle sue descrizioni:
"Il SIG modello 57 è un'arma notevole da molti punti di vista e, soprattutto, estremamente ben costruita; il suo meccanismo di ritardo di apertura a rulli è concettualmente analogo a quello del G3 della Heckler & Koch (e quindi, aggiungo io, a quello del Cetme spagnolo, che purtroppo non mi risulta catalogato in Italia). Come quasi tutte le armi con chiusura metastabile, ha la camera di cartuccia parzialmente scanalata onde agevolare l'estrazione dei bossoli."
Quasi tutti lo definiscono uno dei fucili meglio progettati e realizzati del XX secolo, e tutti lo definiscono "il più costoso" :-) ... forse è questa la ragione che di fatto ne ha limitato la diffusione alla sola Svizzera, a parte qualche piccola partita (in calibro 7,62 NATO) venduta a Cile e Bolivia.
Ecco lo schema di funzionamento:
Personalmente lo considero un fucile fantastico, e dopo averlo provato ne sono sempre più convinto, anche se le difficoltà nella ricarica, e l'esuberanza delle munizioni necessarie per un corretto funzionamento ne fanno un fucile che forse passerà più tempo in rastrelliera che sulle linee di tiro.
Diamogli una occhiata... qui non è appoggiato su un "rest da manutenzione", ed ha le mire alzate. Il bipiede generalmente viene tenuto in posizione avanzata durante il tiro a raffica (ovviamente questo vale solo per i militari, che possono usare armi a raffica!), ma l'intero supporto può essere arretrato per il tiro a colpo singolo. Considerato il peso del fucile (5,6 Kg.) il bipiede è una vera manna :-)
e questa è l'azione. Gli svizzeri non sanno rinunciare alla manetta "tipo Schmidt Rubin" :-)
la matricola, dalla quale si evince che l'arma è stata privatizzata (P)
e la diottra, abbattibile, che ci fornisce una chiara idea del livello costruttivo di questa ex ordinanza.
Nella parte anteriore del bipiede sono riportate delle misure che servivano, quando l'arma era ancora militare, per ottenere il riferimento per il lancio delle granate.
Qualche dato sull'StGw 57:
Calibro | 7,5x55 swiss (denominazione militare GP11) |
Meccanismo | a ritardo di apertura a rulli |
Lunghezza totale | 110,5 cm. |
Lunghezza canna | 58,3 cm. |
Peso | 5,56 Kg. scarico |
Caricatore | 24 colpi (in Italia limitato a 10 colpi) |