Evoluzione delle pistole Beretta dal 1915 al 1951

 

Scheda di Pat.

 

Allo scoppio della prima Guerra Mondiale, la semiautomatica d’ordinanza dell’Esercito Italiano era la “modello 1910” in calibro 9 Glisenti. Non si trattava di un’arma totalmente scadente (l’appellativo di “Luger dei poveri” che le è stato attribuito è piuttosto ingiusto, anche se non era esente da problemi), soprattutto se si considera l’epoca in cui fu realizzata, ma i suoi tempi e costi di produzione erano incompatibili con le esigenze di guerra. L’Italia si mise quindi alla ricerca di un nuovo modello di pistola semiautomatica e l’occasione venne colta al volo dalla fabbrica d’armi più antica del mondo, la Beretta, che realizzò una pistola a chiusura labile e cane interno in calibro 9 Glisenti che chiamò “brevetto 1915”. Era l’inizio di una leggenda; quest’arma fu la capostipite delle pistole semiautomatiche di ordinanza dell’Esercito Italiano e, attraverso successivi modelli, si evolse nella notissima “modello 34”, che costituì, oltre ad un clamoroso successo, un punto di arrivo e la base per un nuovo inizio…

 

Modello

Calibro

Periodo di produzione

Caratteristiche

1915

9 Glisenti

1915-1919

- Impugnatura diritta, quasi perpendicolare alla canna

- Carrello completamente aperto anteriormente

- Mirino sulla canna

- Finestra di espulsione differenziata

- Prima sicura esterna sul retro del carrello, che blocca il cane

- Seconda sicura esterna sul lato sinistro, che blocca il grilletto e funge da perno di smontaggio

- Cane interno

- Presenza di un espulsore

- Chiusura labile

- Tacca di mira inserita a coda di rondine

1917 o 1915-17

7,65 Br.

1917-1921 *

È sostanzialmente identica alla 1915, dalla quale differisce, a parte il calibro e le dimensioni più ridotte, perché

- manca la sicura posteriore che blocca il cane

- manca l’espulsore (la cui funzione è svolta dal percussore)

1919

6,35 Br.

1919-1935 ca.

- carrello chiuso anteriormente

- mirino sul carrello

- presenza di un’unica ampia finestra che ingloba la feritoia di espulsione

- percussore lanciato, senza cane

- sicura che blocca il grilletto

- sicura dorsale a controleva

- tacca di mira realizzata nel vivo del carrello

1922

7,65 Br.

1922-1930

- cane interno

- canna innestata attraverso una coulisse longitudinale e non  attraverso un piolo perpendicolare come nella 1915 e nella 1917

- sicura che blocca il grilletto e funge da perno di smontaggio

- carrello chiuso anteriormente, con mirino ed ampia finestra unica

- tacca di mira realizzata nel vivo del carrello

1923

9 Glisenti

1923-1936

- compare il cane esterno

- la tacca di mira è realizzata nel vivo del carrello

- la canna è innestata attraverso una coulisse longitudinale

- la sicura è stata ridisegnata

- viene introdotto il disconnettore azionato da una fresatura nel bordo sinistro del carrello

Con questo modello, le pistole Beretta raggiungono la loro impostazione tecnica ed estetica definitiva, caratterizzata da robustezza e semplicità

1931

7,65 Br.

1931-1935

- compare il nasello del fondo del caricatore

- rispetto al modello 23, cambia la linea dell’impugnatura

- la tacca di mira è innestata a coda di rondine

- viene eliminato l’ammortizzatore di rinculo

1934

9 corto

1934-1980

- la sicura blocca il grilletto ed assicura il mantenimento della canna in posizione

- il cane presenta il dente di scatto e qello di sicurezza

- il carrello è chiuso anteriormente, porta il mirino e presenta un’unica ampia finestra; la tacca di mira è innestata a coda di rondine

1935

7,65 Br.

1935-1967

È la gemella della modello 34, dalla quale differisce solo per il calibro e – di conseguenza – per le dimensioni di alcuni componenti.

Tecnicamente, le due pistole sono identiche e la maggior parte dei componenti è intercambiabile

318

6,35 Br.

1935 ca.-1938

Si tratta di una versione intermedia fra il mod. 1919 ed il 418; è il mod. 1919 in piccolo

418

6,35 Br.

1938-1960 ca.

- è presente un avvisatore di percussore armato

- il carrello è chiuso anteriormente e presenta mirino, ampia finestra di espulsione e tacca di mira

- è presente una sicura dorsale a controleva (la cui forma è stata modificata dopo il 1947)

- l’altra sicura blocca il grilletto e funge da perno di smontaggio

- il percussore è di tipo lanciato

948 e 948 bis

.22 L.R.

1948-1958

Armi dimensionalmente ed esteticamente non diverse dalla mod. 34

949

.22 L.R.

.22 short

1949-1962

- il carrello è aperto anteriormente

- la lunghezza della canna è variabile

- la tacca di mira è regolabile in derivazione

- il mirino è regolabile in altezza

- sono presenti freno di bocca e compensatore

- lo scatto è regolabile

Si tratta, ovviamente, di un’arma da tiro.

950

6,35 Br.

.22 short

1950-1995 ca.

- fusto in lega leggera

- bottone di sgancio del caricatore sull’impugnatura, invece del dente di ritegno al fondo della stessa

- canna imperniata al castello vicino alla bocca, bloccata da un tenone posteriore

- il guardamano è una molla a lamina che provoca il basculaggio della canna

Mod. 20

6,35 Br.

1968-1988 ca.

Appartiene al gruppo delle 950, ma introduce lo scatto in doppia azione.

951

9 Parabellum

1951-1982 ca.

- la principale novità è il calibro

- proprio per adeguarsi al 9 Para, compare la chiusura stabile (adottando il sistema a suo tempo utilizzato dalla Walther per la P38)

- la sicura blocca la catena di scatto

- è presente un dispositivo indipendente di blocco del carrello in apertura dopo l’ultimo colpo

- compare un chiavistello di smontaggio rapido

  * Sono i dati considerati più attendibili. Secondo altri autori, la produzione sarebbe iniziata nel 1915 e, secondo altri ancora, cessata nel 1919.

- Quando la data è espressa come “ca.” (circa), i dati disponibili sono contrastanti.

 

Con il modello 951 ed il passaggio al 9 Parabellum, la Beretta (e l’Italia!) si allineano finalmente alle scelte operate decenni prima dagli altri grandi Paesi europei ed adottano un calibro indiscutibilmente adeguato alle esigenze operative di un’arma corta per uso militare. Da questo modello, e dalle grandi novità tecniche che introdusse, nasceranno nuove armi, che evolveranno presto nelle notissime serie 92/98 e nella produzione più recente della casa bresciana. Ma questa è – per ora – cronaca, non storia né leggenda, e quindi, nel contesto delle armi ex-ordinanza, non ci interessa più…