Bodeo "spagnola"
Scheda di Pat - arma fotografata della sua collezione privata.
In origine, questa non avrebbe dovuto essere una scheda, ma solo una foto inserita in quella dedicata alla “Bodeo” 1889. Infatti, si tratta semplicemente di una versione per truppa (cioè senza ponticello e col grilletto snodabile) della medesima arma, della quale condivide caratteristiche tecniche e storiche. Su questa rivoltella non ci sarebbe quindi nulla da dire, se non fosse per una sua particolarità: è stata prodotta in Spagna. Ma perché?
Quando nell’agosto del 1914 si innescò la colossale reazione a catena che avrebbe portato alla Grande Guerra, la Spagna si mantenne neutrale e riuscì a rimanere tale per tutta la durata del conflitto. La guerra si rivelò ben presto molto diversa da quelle precedenti: un immane gorgo che inghiottiva a velocità impressionante uomini e materiali. Per i primi non c’era nulla da fare, ma per i secondi ogni nazione poteva rivolgersi anche all’estero per acquistare ciò che non riusciva a produrre entro i propri confini.
Nelle province basche settentrionali, la presenza di materie prime adeguate, associata alla posizione favorevole lungo importanti vie di comunicazione, aveva permesso già da secoli lo sviluppo di un’industria armiera piuttosto diffusa, anche se rappresentata per la maggior parte da fabbriche a conduzione famigliare o poco più, dedite alla produzione di copie di revolver Colt e Smith & Wesson e pistole semiautomatiche ricalcate sulla Browning 1900. I progetti originali erano quasi inesistenti e la qualità delle lavorazioni estremamente variabile da una ditta all’altra, ma comunque sempre piuttosto bassa. Le armi spagnole avevano quindi fama di essere scadenti, ma estremamente economiche. Fu proprio grazie alla produzione assicurata da questa miriade di aziende metallurgiche più o meno piccole che la Spagna divenne il principale fornitore esterno dell’Intesa.
La prima delle Nazioni belligeranti ad entrare in crisi produttiva fu la Francia, che già all’inizio del 1915 stipulò un contratto con una ditta di Eibar, la Gabilondo y Urresti, per la fornitura di una piccola semiautomatica a chiusura labile in cal. 7,65, nota come “Tipo Ruby”. Da questo iniziale contratto, attraverso una serie di subappalti e sub-subappalti, la produzione si estese con estrema rapidità arrivando a coinvolgere praticamente tutte le aziende armiere delle province basche, con livelli qualitativi sempre molto eterogenei.
Che c’entra tutto questo con l’Italia e con il nostro revolver? C’entra, perché sull’enorme numero di armi consegnate dagli spagnoli alle forze dell’Intesa fino alla fine della guerra nel 1918 (abbondantemente oltre il milione di pezzi), la parte del leone la fanno sì i Francesi (con più di 900.000 pistole), ma al secondo posto per importanza fra gli acquirenti (anche se con forniture di gran lunga inferiori) si trova proprio il nostro Paese, seguito a lunga distanza da Gran Bretagna, Romania, Serbia e Grecia, che ovviamente avevano eserciti ben più piccoli di quelli delle principali potenze.
A differenza dei Francesi, che per i primi anni e per quasi tutta la durata del conflitto si limitarono essenzialmente alla Ruby, gli Italiani ordinarono da subito un consistente numero di revolver, non solo – come era ovvio – camerati per la cartuccia 10,35 d’ordinanza, ma del tutto identici alla Bodeo. Queste armi vennero prodotte da due sole ditte iberiche, la Errasti e la Arrostegui.
La ditta di Antonio Errasti fu la prima a realizzare una copia della Modello 1889 in calibro 10,35 per le forze armate italiane. Quest’arma era così simile all’originale da poter essere distinta da questa solo attraverso l’esame dei marchi. Semplice da realizzare, la Bodeo era decisamente adatta alle tecniche di produzione spagnole. Errasti, che in seguito si fuse con la Eulogio Arrostegui e Arizmendi y Goenaga, arrivò ad aver prodotto alla fine della guerra diverse migliaia di questi revolver, un contributo considerevole allo sforzo bellico italiano.
Qualche immagine per finire:
il dettaglio del grilletto pieghevole, con i numeri di assemblaggio,
la rivoltella “con il cofano alzato”
e una visione ravvicinata della meccanica. Il fatto che non sia del tutto identica a quella della Bodeo di produzione nazionale non dipende tanto dal fatto che si tratta di un’arma spagnola, quanto dalle lievi variazioni verificatesi col tempo nel disegno di questa pistola.
il marchio di fabbrica: “AROSTEGUI – EIBAR – 1917”
una visuale col grilletto ripiegato
ed un’immagine di trequarti.