Enfield no. 4 mk I
Scheda di Absolut - arma fotografata della sua collezione privata.
Cavolo... c'è un "buco" nella numerazione... si passa direttamente dal Lee Enfield no.1 al no.4... ma c'è una buona ragione. Gli inglesi hanno finito la I G.M., ed hanno utilizzato due fucili, entrambi in calibro .303 british, il Lee Enfield no. 1 ed il P14, progettato in Inghilterra ad Enfield ma prodotto negli Stati Uniti.
Nel 1922, a guerra finita da qualche anno, gli inglesi sentono il bisogno di un fucile da allenamento in piccolo calibro, e si inventano il Lee Enfield no. 1 in calibro .22.
Il P14 è stato ritirato dal servizio attivo subito dopo la I G.M. e parecchi P14 sono stati ceduti al Canada, all'Australia, alla Nuova Zelanda ed al Sud Africa. Ne sono rimasti in arsenale circa 700.000, da tenere "di scorta".
Nel 1926 un qualche burocrate inglese decide di attribuire una denominazione "militare" al Lee Enfield no. 1 in calibro .22 ed al P14, ed è così che il fucile in calibro .22 viene denominato "Rifle no. 2" ed il P14 "Rifle no. 3".
Ed ecco chiarito il "buco" di numerazione dei Lee Enfield, adesso è chiaro perché si sia passati dal no.1 al no.4... :-)
Nel 1939, con la II G.M. alle porte, il Governo Inglese decide di recuperare i P14 (o forse adesso dovrei chiamarli "Rifle no. 3") rimasti in arsenale per vent'anni e di farli ritornare in servizio attivo. Il lavoro, che comprende la rimozione del grasso, l'ispezione dell'arma e la rimozione delle mire per le lunghe distanze, con l'eventuale sostituzione della calciatura, viene fatto alla RSAF-Enfield ed in numerose altre industrie private tra le quali BSA, Purdy, Greener, Holland & Holland e Parker Hale.
In effetti però lo sviluppo del fucile Lee Enfield (rifle no. 1) non si era mai fermato. Se la I G.M. era finita con i fanti che utilizzavano ancora il no. 1 mark III, la RSAF di Enfield aveva continuato a sperimentare variazioni e modifiche all'arma; nel 1922 si era già arrivati al mark V e nel 1926 al mark VI, ma in effetti si trattava di prototipi da adibire a valutazione. Lo scopo era quello di arrivare ad ottenere un fucile con una mira posteriore simile a quella del P14, solidamente fissata al receiver, utilizzando acciai migliori e canna più robusta di quella del no. 1, e soprattutto con tempi di costruzione più contenuti. Il Lee Enfield no. 1 Mk VI nel 1931 fu nuovamente modificato, e quello che ne risultò fu il Lee Enfield no. 4 Mk I, che fu ufficialmente adottato nel Novembre del 1939 e messo in produzione nel 1941... come al solito, per antica consuetudine inglese... troppo tardi :-)
Queste modifiche avevano avuto una "ricaduta logistica", portando alla non-intercambiabilità dei componenti tra il Lee Enfield no. 1 ed il no. 4.
Diamo una occhiata da vicino al Lee Enfield no.4 "nudo":
Ci sono un paio di soluzioni che mi sono piaciute... la canna è semi-flottante, e la calciatura ha il suo appoggio su 4 punti del receiver. Il problema dello "head space" che costringeva all'adattamento manuale di ogni singolo otturatore del no. 1 (allora non si lavorava su macchine a controllo numerico!) qui è risolto brillantemente semplicemente con la sostituzione della parte anteriore dell'otturatore con parti di spessore superiore o inferiore, anche queste standardizzate.
Continuando a parlare del mio, questo è un dettaglio del receiver:
E questi sono i marchi sul receiver:
dai quali si intuisce che l'arma, prodotta nel 1943, presumibilmente ha subito nel 1948 un intervento di manutenzione alla Royal Ordnance Factory di Fazakerley (periferia di Liverpool), con immancabile marcatura a penna elettrica :-)
Il congegno di mira è del primo tipo, con alzo (ottimisticamente) tarato a 1300 Yarde e purtroppo come sempre (escludendo il no. 1 mk III) privo della possibilità di regolazione laterale per compensare l'effetto del vento. Come dire... bisogna "compensare ad occhio".
Una volta abbassata la diottra per le lunghe distanze... ci si ritrova con la diottra da combattimento:
Ovvero... una diottra tarata sui "classici" 300 metri. E' il caso di notare che come sempre gli inglesi "partivano alla grande" e poi scoprivano che potevano risparmiare un penny o tre minuti di tempi di lavorazione e modificavano tutto. Questa diottra, che se la cavava piuttosto bene, è stata oggetto nel tempo di 4 modifiche. Eccole:
Particolarmente "raccapricciante" è, a mio parere, la mark 2, che non è altro che una diottra flip-up tarata per le 300 e le 600 Yarde... e se questo sistema può essere validissimo per un fucile full-auto di piccolo calibro e grande potenza di fuoco (e non a caso è il sistema che venne poi utilizzato dagli americani sull'M16), non ha senso su un pesante fucile bolt-action da fanteria camerato per una munizione con una distanza di tiro utile superiore ai 500 metri.
A quanto pare anche gli inglesi hanno cominciato a pensarla allo stesso modo, e con la mark 3 sono ritornati alla classica diottra regolabile tipo P 14 :-)
In compenso... di mirini ce n'erano ben 9, di dimensioni diverse, e l'armiere di reparto provvedeva ad assegnare ad ogni fante il mirino più adatto.
Gli australiani non adottarono mai il Lee Enfield no. 4, e non lo produssero, finendo la II G.M. con il loro beneamato no. 1. Immagino che in periodo di ostilità non si potessero permettere di perdere tempo a modificare pesantemente le linee di produzione, e poi fino al 1941-1942 anche gli inglesi usavano ancora il Lee Enfield no. 1.
Tra l'altro qualche "alto papavero" inglese scoprì, verso la fine della guerra, che il no. 4 era pesante ed ingombrante, e non era adatto per i combattimenti nella giungla. I tempi erano maturi per la Jungle Carbine... ma questa è un'altra storia, ed e' fatta solo per gente con le spalle forti :-)
E adesso... qualche numero:
Peso | 4,08 Kg |
Lunghezza | 113 cm. |
Lunghezza canna | 64,1 cm. |
Lunghezza camera di cartuccia | 56,44 mm. |
Rigature | 2, 5 e 6 principi, sinistrorse, passo 1/10" |
Caricatore | 10 colpi |
Velocità palla alla bocca | 743,7 m/s |
Massima pressione in camera di cartuccia | 48.000 PSI (copper) |
Raggio d'azione effettivo | 500 m. |
Per quanto riguarda il collezionismo di armi, più il tempo passa e meno armi di ex ordinanza si trovano, ed a volte succede che qualche commerciante decida di aumentare il prezzo di un'arma trasformandola in "un'arma diversa".
E' capitato spesso con i fucili "sniper", tanto che in alcuni casi per trovare un fucile sniper originale bisogna prima vedersi cento fucili sniper "fasulli"... ed anche il negoziante che li propone spesso non ne ha colpa, perché probabilmente conosce solo i fucili da caccia e vende le ex ordinanza perché magari il cliente che ha comprato la carabina da caccia, o il sovrapposto da piattello, ha insistito per dargli indietro quella ex ordinanza. Il problema non si pone solo con i fucili sniper, ma anche con fucili normali, come i Lee Enfield, che vengono abilmente modificati per sembrare un modello più raro. I gestori del sito "Enfield Rifle Research" hanno steso una FAQ, in inglese, che spiega come riconoscere alcuni di questi Lee Enfield fasulli. Spero possa essere utile, e la trovate qui.