SIAMO FATTI COSI'

di Frank A. Mancuso

In questi ultimi mesi ho fatto uso, più frequentemente del solito, di un'Alfa Romeo del 1985 che tengo in vita sia per motivi di affezione, sia perché un "muletto" da usare per brevi tragitti su strade extraurbane fa sempre comodo.

Non è registrata come auto storica, e per ridurre i costi di esercizio ho accettato di far montare a cura della compagnia assicuratrice un dispositivo che impone il rispetto dei limiti di velocità. Del resto l'auto potrebbe superare di ben poco tali limiti, e farlo non sarebbe rispettoso della sua età, quindi è stato abbastanza facile adeguare il mio stile di guida a quello ideale voluto da chi ha pensato il dispositivo.

Stile di guida che è lungi da quello consuetamente adottato da chi, con o senza il Grande Fratello seduto al fianco, spera che l'occhio del Vigile Urbano non veda, in modo che il suo cuore, o meglio il suo portafogli, non abbia a dolersene.

Di fatto non c'è conducente che non superi la povera Alfa Romeo, sol che ne abbia l'opportunità. E quando l'opportunità manca, o tarda a venire, il conducente (giovane o anziano, uomo o donna) può persino arrivare a protestare suonando il clacson o lampeggiando con gli abbaglianti.

La scorsa estate persino un giovanetto al volante di una spernacchiante mini-car ha cercato di superare la vecchietta, dimostrando un ottimismo che per certi versi mi è dispiaciuto di dover frustrare (ammetterete, però, che quando è troppo è troppo!).

In molti converranno che esistono tratti di strada soggetti a limiti di velocità antiquati ed esageratamente bassi, soprattutto in considerazione delle attuali caratteristiche di strade e veicoli, superiori a quelle risalenti al periodo in cui tali limiti vennero fissati.

Ed il popolo, invece di intervenire unito per modificare la situazione ad un proprio e ragionevole favore, finisce per operare individualmente, sopportando supinamente o aspettando un'occasione per ... farsi ladro.

Le Autorità preposte in questo caso sanno e chiudono un occhio, finché possono o fino a quando non dispongono di sistemi di rilevazione delle velocità. Ed anche in quest'ultimo caso non sempre operano in modo tale da invitare alla prevenzione.

Nel nostro caso c'è qualche differenza. Ad esempio, le Autorità preposte partecipano costantemente a modificare sempre più al ribasso i "limiti di velocità", rendendo più probabile il loro superamento, sia  inconsapevolmente da parte di chi non è un vero e proprio cultore della legge applicata all'argomento, sia consapevolmente da parte di quelli che sono più irruenti e meno "timorati di Dio".

La differenza sostanziale è che nel nostro caso la materia amministrativa ha quasi sempre rilevanza penale, e non osservarla scrupolosamente significa la fine dei giochi.

Nonostante ciò resta immutato l'approccio men che corale e lungi dall'unitario da parte degli interessati.

Mai più vero come in questo caso il titolo di quel film che recitava: Ognun per sé, e Dio contro tutti.

Purché i "tutti" siano i cittadini onesti e rispettosi delle leggi, ovviamente; le disposizioni contro le armi disattivate e contro quelle demilitarizzate in procinto di entrare in azione ne sono la prova.

Con buona pace di chi oggi recita che "poteva andare peggio".

Mutando tono, segnalo in questo nutrito aggiornamento, per la penna di di Tappo, l'esame di una delle prime diottre utilizzabili su armi tipo Lee-Enfield; anche se a costo di qualche compromesso, giustificato dalla sua remota progettazione.

Una scheda di Pat che ha per oggetto una delle corte che lui stesso ammette di apprezzare di più.

Una mia scheda (si, ogni tanto ne scrivo anche io!) su una carabina ingiustamente ignorata dai grandi autori. Quando poi qualcuno di questi autori non l'ha proprio calunniata, come ho avuto modo di verificare. E se non lo dico per fare il processo a chi, in buona fede, ne ha parlato in modo superficiale, lo faccio senza meno per cercare di ristabilire una verità che prima d'ora forse era solo sconosciuta.

Quindi una piccola integrazione su una vecchia scheda, tanto vecchia che l'arma nel frattempo ha cambiato almeno una volta proprietario ...

Per finire, un paio di "stazioni di sosta" si aggiungono alla lista; singolarmente non le avrei segnalate, ma il caso me le ha proposte a breve distanza di tempo (solo di tempo) l'una dall'altra, e per certi aspetti trovo che l'una faccia da complemento all'altra e viceversa, e per questo dono loro una menzione. Chi assegna ufficialmente stelle e posate in forma di punteggio non può permettersi certe libertà, ma la mia lista è gratuita, non contiene spot pubblicitari, e quando voglio posso ritenerla solo un gioco, del quale detto comunque io le regole.

Buona lettura.